Poemetti per burattini, oggetti, attore
Con Vladimiro Strinati
regia Danilo Conti
esecuzione musicale Mario Strinati
Figure: Margherita Conventi
Costumi e sartoria: Anna Morigi
Progetto grafico e Fotografia Mauro Foli
Due brevi atti ispirati alle liriche del poeta Raffaello Baldini e adattati al teatro dei burattini.
In entrambi gli accadimenti il protagonista è Zigaretta, un romagnolo dal volto sghembo, dal colorito tipico dell’iroso o dell’avvinazzato, al quale basta poco per uscire dai gangheri.
Le vicende sono scandite dalle note e dagli accordi del musicista accanto ad un teatrino elementare dove le apparizioni dei personaggi e le pause si allungano e si addensano per sostenere ed accompagnare questa rappresentazione di sintesi e di sorpresa fatta da teste di legno.
“Dalle mie parti ci sono cose, paesaggi, persone, storie che succedono solo in
dialetto… e allora se si vogliamo raccontare quelle cose, come realmente accadono, non c’è scelta, bisogna raccontare in dialetto”. Raffaello Baldini
Durata 35 minuti
Lo spettacolo è liberamente ispirato ai componimenti poetici di Raffaello Baldini
Recensione spettacolo “SPUMA AL GINGER”
a cura di Alfonso Cipolla
Raffaello Baldini è il poeta del tempo fermato. Racconta di campanili, biciclette, balere, giocatori di tresette… un mondo che c’era e che a cercarlo c’è ancora in qualche scorcio di Romagna.
I suoi versi sono flusso, rivoli di voci che si fondono in una storia, in una situazione, disegnando un’umanità a cui il dialetto da corpo e levità di anima. Ma il dialetto per Baldini è trappola:
né bozzetto né nostalgia, ma straordinaria metafora dell’esistenza, quasi un grimaldello per scardinare le apparenze e andare dritto al cuore di quell’assurdo del vivere che è nel contempo angoscioso smarrimento e salvifico sberleffo.
È questa la chiave con cui Vladimiro Strinati porta in scena i versi di Baldini, o meglio li porta in baracca.
E sì, perché i burattini diventano l’ideale incarnazione di quel mondo “del tempo fermato”, dove la rarefazione è la scelta più intima con cui gioca Strinati.
Non l’irruenza irriverente dei burattini tutto bastone, ma al contrario un distillato sapiente di movimenti, di ammicchi, di piccoli scarti, dove omarini dal vissuto potente prendono per mano e ti conducono.
Ne nasce uno spettacolo di penombre, astrazioni, venature di un tenue umorismo a cui le splendide musiche eseguite da Mario Strinati e la calibrata regia di Danilo Conti concorrono a ricreare un clima di sorprendente, avviluppante sospensione.


